mercoledì 13 ottobre 2010

U2 live a Roma: racconto di una serata indimenticabile

Sono le otto di sera passate e, svicolando per quanto sia possibile con la macchina nel traffico di Roma, arrivo in zona Ponte Milvio alla ricerca di un parcheggio.
Lo Stadio Olimpico non dista molto da qui, se trovo posto forse non mi perdo l'inizio del concerto degli U2. Sono anni che lo aspetto!
E sì, perché gli U2 sono la mia band preferita dai tempi (ormai abbastanza lontani) del liceo. Ho collezionato negli anni tutto quanto li riguardi, o quasi,  ma non sono mai riuscito a vederli dal vivo! Ogni volta c'era un'imprevisto o un precedente impegno a far sì che restassi con l'amaro in bocca...
Stavolta no! Non lo posso, non lo devo perdere!!
Ho i biglietti dallo scorso Natale 2009, meraviglioso quanto imprevisto regalo della mia dolce moglie (non smetterò mai di ringraziarla anche per questo!), tribuna Monte Mario, posti numerati.
Una serie di imprevisti (ma dai!) sembravano averci messo i bastoni fra le ruote anche questa volta, ma, nonostante tutto, siamo riusciti a salire in macchina direzione Stadio Olimpico. E' tardi, ma anche se il biglietto dice che il concerto inizia alle 19:30, le band di supporto suoneranno almeno fino alle 20:30, no?
Due, tre giri per le vie qui intorno, c'è il delirio in giro... "Eccolo! E' un posto!" (pronunciato più o meno con lo stesso stato d'animo del bambino della pubblicità del famoso dado da cucina, quando lui dice al padre: " Ehi papà guarda, un pollo!").
Via! Tempo di prendere un succulento pezzo di pizza ad una pizzeria al taglio qui dietro e si va allo stadio!
Dopo aver camminato una mezzora a passo spedito (per l'entrata per la tribuna Monte Mario, parcheggiare dalle parti di ponte Milvio non è un'idea geniale, se non sei un appassionato di jogging! Appuntare...) siamo ai varchi. Finalmente! Si sente la musica, ma non sono gli U2, fiuuuuuu... (anche se gli Interpol li avrei sentiti volentieri)
Mi comincia a salire l'adrenalina e mi torna in mente la canzone dell'ultimo album degli U2 che dice "...and I know I'll go crazy if I don't go crazy tonight...". Vero! Se non mi scateno stanotte, sicuramente impazzirò. 
Altra fila di gente per arrivare al nostro settore, sono le nove meno venti ormai, ed eccoci fare il nostro ingresso nello stadio... ... ...
Il palco e la struttura che lo sovrasta "The Claw", come previsto, sono impressionanti. Il colpo d'occhio dello stadio ormai quasi completamente pieno mi carica ancora di più.
Vedo ragazze e ragazzi della mia età, ma anche giovani liceali, famiglie con bambini e qualcuno oltre i cinquanta.
"Che bei posti che hai preso! Grazie amore!!" smack
Non ho avuto modo di organizzare nulla e non ho preso né macchinetta fotografica né tanto meno la videocamera. Non importa, userò il mio smartphone X10 mini, andrà benissimo!
Tutto intorno a noi gente sorridente che freme nell'attesa dell'inizio dell'epico concerto. Come ha detto una mia collega, anche lei presente da qualche parte allo stadio: "Conosco solo le canzoni più famose degli U2, ma un evento del genere non si può perdere!". Molti avranno pensato lo stesso. Ho sentito poi che c'erano ben oltre 70.000 persone allo stadio.
Le nove sono passate, sono in completa fibrillazione, e partecipo con trasporto alla OLA che il mare di spettatori dell'Olimpico ripete con successo.
Alla nostra destra vedo gente alzarsi in piedi e scattare freneticamente foto. Che succede? Scopro che in tribuna d'onore c'è Totti con Ilary, insieme ad altre 'celebrità'. A France', ma li sai i testi in inglese delle canzoni degli U2? Sono arrivati anche due nostri amici che aspettavamo, siamo tutti adesso.
Nove e venti circa, sento un boato. Il maxi schermo a forma di cono posto sopra il palco segna che il conto alla rovescia è terminato. Pochi istanti dopo fanno il loro ingresso quattro leggende della mia vita: Bono Vox, The Edge, Adam Clayton, Larry Mullen jr. Gli U2.
... ... ...
Si comincia. Beautiful Day. ;-)
Bono è in forma smagliante! La voce, unica ed inconfondibile, sembra non finirgli mai, come ai vecchi tempi.
Mi sembra di impazzire di gioia. La stanchezza e lo stress che mi portavo dietro dalle ultime difficili giornate spariscono magicamente. Comincio a saltare e ballare, a cantare a squarciagola le mie canzoni preferite, la colonna sonora della mia vita.
Sorrido senza motivo, chiudo gli occhi, canto al cielo. mi sembra di vivere un sogno, ma non di trovarmici, di viverlo proprio! E' una sensazione d'estasi difficilmente descrivibile.
Si alternano brani dell'ultimo album: No line on the horizon, Get on your boots, Magnificient, a hits del calibro di Misterious Ways, Elevation, Until the end of the world, All that you can't leave behind, Walk on, ancora a classici come I will followBad / All I want is you (l'ho ballata abbracciato a mia moglie), Miss Sarajevo (sulla quale Bono ha tolto ogni dubbio ai pochissimi che pensavano non avesse più voce), Where the streets have no name, MLK (dedicata ad Aung San Suu Kyi).
E' su I still haven't found what I'm looking for che rimango senza parole, per la coreografia che i fan hanno preparato con tanti cartoncini colorati tenuti in mano e che mi si para davanti a sinistra ed a destra con stupore generale, U2 compresi. La curva sud diventa un'immensa bandiera italiana, la nord un'altrettanto grande bandiera irlandese ed in mezzo, esattamente davanti a noi, tutta la tribuna tevere fa comparire una gigantesca scritta "ONE". Vengono i brividi a tutti. E Bono e gli U2, riprendendo a suonare, ringraziano commossi.

Mentre la nuova Mercy lascia ipnotizzati per la dolcezza delle melodie, Sunday Bloody Sunday, With or Without you e One vengono cantate all'unisono dall'intero stadio, una sensazione irripetibile.
La voce è finita prima del concerto, ma le mie labbra ed il mio cuore hanno continuato a cantare fino all'ultimo saluto di arrivederci a quei quattro 'ragazzi' irlandesi che scandiscono il ritmo delle mie giornate da oltre vent'anni.
Una serata incredibile.
Un'attesa durata anni.
Emozioni e sensazioni che porterò dentro di me per sempre...
Giovanni Pompeo

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